Il mistero dei cinque stupa by Bernard Grandjean

Il mistero dei cinque stupa by Bernard Grandjean

autore:Bernard Grandjean [Grandjean, Bernard]
La lingua: ita
Format: epub
editore: O barra O
pubblicato: 2023-07-23T23:00:00+00:00


1. La festa della dea Durga, molto celebrata in Bengala.

2. Letteralmente “santabarbara”, ma qui si intende una stanza per incipriarsi il naso. [N.d.T]

8

Al mattino presto, Betty percorse Sherpa Tenzin street e mise gli occhi sull’agenzia Kangchenjunga Tours. Affittò quello che le parve indispensabile, avendo come unici riferimenti i suoi weekend famigliari negli chalet dei Vosgi e qualche soggiorno di vacanza in Svizzera: giacca a vento, sacco a pelo e rotolo di gommapiuma, coperta di sopravvivenza, necessario per la cucina, razioni alimentari, borraccia, torcia elettrica, thermos: il tutto stava a malapena in un mostruoso zaino.

Di ritorno all’hotel, dispiegò la carta del settore di Zongla e si mise a esaminarla nel dettaglio. Seduto a gambe incrociate sul letto gemello, Tsering era impegnato a leggere una raccolta di racconti tibetani, regalo del professor Das.

«Signora Betty, non capisco niente!»

«Smetti di dirmi signora! Chiamami Betty!»

«Se queste fate e questi giganti sono mai esistiti in Tibet, devono essere scappati anche loro in India, perché io non ne ho mai visti!»

«Vieni un po’ qui, e mostrami da dove siete passati per entrare in India, tu e i tuoi compagni!»

Il ragazzino mise il naso sulla carta.

«Di qui» disse posando l’indice su un punto preciso.

«Sicuramente no! È il colle tra il massiccio ovest e la cima del Kangchenjunga, è quasi a 6000 metri!»

«Allora di qua!»

«Parli a caso! Bisognerà che impari a leggere una carta se vuoi arrangiarti nella vita. Insomma, lasciamo perdere. D’altronde, non ha importanza. Guarda, è qui che andrò a passeggiare con i miei nuovi amici!»

Betty stava cerchiando in rosso un punto che era l’ubicazione del chorten distrutto di Zongla, al di sotto del colle, quando improvvisamente bussarono alla porta. Andò ad aprire e si trovò davanti Tashi Dondup, direttore dell’Hotel Windsor.

«Mi scusi, signorina Bolok, ma desidererei che potessimo parlare qualche minuto da soli!»

Andarono a sistemarsi su due sedie da giardino, in disparte, in fondo alla terrazza che dominava il Mall.

«Così lei afferma che il bambino che l’accompagna da ieri sia il nipote di Lobsang Rinpoche…»

«… e lei sa che è falso, poiché lei stesso è della famiglia!»

«Esattamente! Il professor Das l’ha informata bene. Anch’io sono ben informato, e so chi è questo bambino, almeno da dove viene…»

Lasciò aleggiare un breve silenzio carico di minacce.

«Non voglio noie, signorina Bolok. Sappia che sono a stento tollerato dalle autorità; non voglio trovarmi immischiato in un affare di evasione clandestina di bambini. Ho avuto la visita della polizia questa mattina. Naturalmente, non ho detto niente…»

«Dove vuole arrivare?»

«Desidero che lei lasci Gangpong, col bambino se vuole, e il prima possibile!»

“Il professore aveva ragione,” pensò Betty “non denuncia ma ricatto…”

«Lei non avrà noie, salvo quelle che potrebbe crearsi denunciandomi alla polizia… alla quale avrei degli aneddoti interessanti da raccontare!»

«Per esempio?»

«Perché ha tentato di assassinare il professor Das e me?»

«Io, cercato di… È un’accusa ridicola!»

«Allora, mi dica, perché mente spudoratamente a proposito della questione del chorten?»

«Io non cerco di assassinarla, signorina Bolok, men che meno il professor Das, che tengo in grandissima stima. Desidero al contrario proteggervi. Lasci Gangpong! Scappi da qui prima che sia troppo tardi! Lei è troppo appariscente, a maggior ragione ora, con questo ragazzino.



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